lunedì 11 febbraio 2013

MARATONA BUENOS AIRES - VIALE MONZA TRA LIMONI E CANGURI

Tanto sole e niente vento, perfetto per un' uscita a piedi mattutina con le mie due ragazze così testiamo per bene il marsupio avuto in prestito; passeggiare lungo Corso Buenos Aires, una delle vie commerciali più lunghe d'Europa, centomila passanti al giorno e fatturato tra i più alti al mondo, è qualcosa che si può fare solo a Milano
Potevo anche dedicarmi ai giochi in casa ma ieri non siamo state fuori molto e se si scopre che oggi non sono uscita mia madre incomincia con la storia del mio pediatra centenario che diceva sempre "almeno due ore di aria al giorno, piuttosto la vesta e lasci le finestre aperte ma le faccia prendere aria"... io la penso uguale per giacche e cappotti dopo che ho fritto ma se poi mi si ammala figlia viene fuori al 100% che è colpa del non essere uscita oggi. 

Il papi ci lascia all'inizio del corso e noi tre lentamente risaliamo con il piano di prendere la metro in piazzale loreto per arrivare a casa: 1 km e mezzo di negozi, quindi ho portato solo 15 euro ragionati in tasca. La violetta tempo un paio di vetrine e già dorme, la biska è tutto un fervore: camminare tra la folla è per lei il massimo... 2 su 3 si fermano ad accarezzarla e lei, che più dei cani ama i padroni, non chiede altro, basta che incroci il suo sguardo e sei già in suo potere, ti punta con un miniscondizolio diffuso da coda a orecchie finchè non crolli a suoi piedi. Se passa un bimbo accorcio subito il guinzaglio avvolgendomelo intorno alla mano, lo stesso se qualcuno non mostra particolare inclinazione alle fusa canine, ma se sei tu a chiamare il cane e a metterti in ginocchio per spupazzarlo per bene, io lascio fare e non me ne occupo... non ne voglio sapere nè di impronte di fango sui pantaloni, nè di collant rotte, nè di guanti mangiati o foulard strappati nè di nient'altro e non sono nemmeno tenuta a informarti che il mio cane ha un solo obiettivo quando ti abbassi per coccolarlo: limonare. Chi chiama il cane poi lo gestisce è la mia regola: PERCHE' PER INTERVENIRE DEVO CATTURARLO, PER CATTURARLO DEVO ABBASSARMI E SE MI ABBASSO COL MARSUPIO FACCIO UNA CAPRIOLA IN AVANTI.


Ci si rende conto della lunghezza del corso e soprattutto della sua importanza dalla presenza dei negozi doppi: 2 BATA, 2 H&M, 2 INTIMISSIMI, 2 TEZENIS E 2 KIKO MAKE UP che a una come me, un po' tra le nuvole, non fanno altro che disorientare e complicare il rientro ( dunque siamo uscite dal bar che era dopo tezenis e venivamo da destra, se la' però c'è bata allora arrivavamo da sinistra, eppure non mi ricordo di aver attraversato, va be', abbiamo svoltato prima di H&M che però mi sembrava dall'altro lato... ma quanto sono veloci a cambiare le vetrine a intimissimi...). 

Cammina cammina scopro di essere nella direzione giusta perchè arrivo a piazzale loreto, fine di corso buenos aires, e qui dovrei prendere la metro ma una vocina dentro di me inizia  a sussurrare "c'è il sole, non fa freddo, sulla metropolitana ci sono i microbi e gli sbalzi di temperatura, cosa fai, la svesti e poi la rivesti? e se qualcuno le starnutisce vicino e prende l'aviaria o ancora peggio la bronchiolite?" (che io non sapevo neanche che esistesse come malattia, pensavo più a un difetto di pronuncia): mia madre telepaticamente mi sta dicendo che se figlia si ammala è perchè oggi ho preso la metro. Ok, sono una roccia, influenzabile ma sono una roccia e ce la posso fare, proseguiamo a piedi. 
Dunque, devo attraversare e dall'altro lato c'è viale Monza e un altro paio di km a piedi, facile, devo solo attraversare: 


Allora per 5 minuti buoni mi guardo intorno alla ricerca di strisce pedonali o semafori... niente, provo a seguire con lo sguardo qualcuno che deve attraversare... nessuno, potrei far annusare le chiavi di casa alla biska e liberarla, addirittura penso a una sopraelevata... non c'è, perchè non mi venga in mente il sottopassaggio proprio non lo so, so solo che sono lì, 30 ANNI DOPO, MA LA SCENA E' ESATTAMENTE LA STESSA


Il ragazzo di campagna alla fine ha preso un taxi per attraversare, io ho allungato di un centinaio di metri sfruttando le strade minori parallele e perpendicolari, ho attraversato, umiliata e rossa di vergogna: RENATA POZZETTA DI OGGI.

Lascio i profumi di LUSH e gli aromi di GROM del corso e, dall'altro lato del piazzale, il viale mi avvolge con aglio e soffritto, odore di casa (perchè secondo me qualunque cosa tu voglia cucinare devi sempre partire da un bel soffrittino) e sorrido. Viale monza è il corso buenos aires dei poveri: le dimensioni sono le stesse, la presenza di negozi uguale, la metro ce l'hanno tutti e due ma il viale è il cugino sfigato del corso. Niente delicatessen o tommy hilfiger, qui abbiamo kebab e l'emporio asian clothes minimarket, il tabacchi è anche tavola calda e i tavolini fuori dai bar sono quelli gialli dell'algida o i rossi in plastica della coca cola. 
Qui la passeggiata è decisamente più sgargiante e vivace, e dopo due ore di camminata la tatina finalmente apre gli occhi (per tutto il tragitto ho comunque verificato ogni 5 minuti battito e respirazione perchè vederla insaccata dentro il marsupio con la tutona e contro la mia giacca mi rende un po' claustrofobica), la biska striscia e non fa avances nemmeno a chi si propone già di muso, io annaspo ed è solo il pensiero di togliermi il marsupio che mi dà la forza di arrivare a casa... 
Mattinata involontariamente ginnica (tutta colpa di mia madre) ma molto interessante... ho capito che:
  1. solo a 1 persona su 5 dà fastidio essere limonata dalla biska 
  2. la violetta identifica già l'odore di cipolla come odore di casa 
  3. corso buenos aires e viale monza sono identici ma cambiano in alcune sfumature... nel primo c'è MART SUB nel secondo TUTTO PER LA PESCA, nel corso la maggior parte dei negozi VENDE, nel viale RIPARA
  4. piazzale loreto, macabro scenario in passato, rimane il piazzale più brutto di milano e dopo 30 anni dal film è ancora impossibile da attraversare
  5. se fosse comodo portare i bimbi nel marsupio saremmo nati canguri.


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